I tassi sui mutui casa sono fortemente cresciuti negli ultimi mesi, trascinati dal rialzo del costo del denaro indotto dalle banche centrali per cercare di arginare il rischio di una super inflazione sul modello di quella sperimentata negli anni ’70.
Al momento, alcuni segnali sembrano suggerire che effettivamente le azioni di politica monetaria abbiano in parte funzionato: i prezzi hanno infatti rallentato la loro corsa e diversi indicatori sembrano sostenere che forse, nel medio breve termine, potrebbe invertirsi la tendenza.
Naturalmente, un simile inasprimento delle condizioni economiche non può che aver prodotto come conseguenza l’innalzamento dei tassi applicati alle operazioni di mutuo casa, e lo stimolo di scelte sempre più difficili quando si tratta di comprendere se sia più conveniente optare per il fisso o per il variabile.
Che fine faranno i tassi sui mutui
In questo ambito, i tassi sui mutui sembrano essere destinati a crescere ancora un po’. Gli analisti prezzano infatti l’Euribor ad almeno il 3,4% nel corso dei prossimi mesi, per poi intraprendere una strada di lenta riproposizione su livelli più miti che, comunque, potrebbero tornare sotto quota 2,5% solamente tra 18 o 24 mesi.
Dunque, è lecito attendersi nuovi incrementi del costo del denaro, che potrebbero scoraggiare alcuni mutuatari a domandare un finanziamento per la casa, o potrebbero alimentare nuovi dubbi per quanto riguarda la tipologia di forma tecnica di tasso da scegliere.
Tasso fisso o variabile, a quale opzione puntare?
Ora, appare evidente anche ai meno esperti come non sia affatto semplice cercare di capire cosa sia meglio tra il tasso fisso o il tasso variabile. Fermo restando che gli attuali tassi sono ben inferiori all’inflazione rilevata, tutto dipenderà dalle preferenze e dalle valutazioni del singolo mutuatario.
Intuibilmente, chi sceglie di sottoscrivere un mutuo a tasso fisso lo farà perché ritiene più importante, per il proprio bilancio personale e familiare, congelare l’importo delle rate e potersi così ritenere indenne da qualsiasi rischio di nuova impennata dei tassi.
Di contro, chi invece sceglie di stipulare oggi un mutuo a tasso variabile non potrà che farlo nella convinzione che nel medio termine i tassi scenderanno e che, dunque, nel lungo periodo la sua scelta sia quella economicamente più conveniente.
C’è poi chi sta optando una soluzione intermedia, come dimostra il maggior numero di mutuatari che si è orientata nei confronti di un mutuo a tasso misto, con fisso e opzione al variabile, o viceversa. Attenzione, però, alle facili illusioni: il passaggio dal tasso stipulato a quello opzionale avverrà infatti alle condizioni di mercato sussistenti nel momento in cui si esercita l’opzione e, in ogni caso, la convenienza di tale scelta non potrà che essere soggetta alla valutazione degli spread applicati dalle banche in quei frangenti…
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